Edit Napoli, la prima fiera dedicata al design d’autore

edit napoli 2019 nel complesso san domenico maggiore

Sabato scorso ho sfidato il caldo afoso di giugno per visitare Edit Napoli, una nuova fiera dedicata ai designer makers, coloro cioè che curano ogni fase del progetto, dal concept alla produzione, dal branding alla distribuzione. Oltre 60 espositori nelle magnifiche sale del Complesso di San Domenico Maggiore a Napoli, un mix sorprendente tra location ed esposizione.

edit napoli 2019 nel cuore di Napoli

Sono davvero felice di raccontare la prima edizione di Edit Napoli, un evento pieno di bellezza e con un fortissimo legame con la storia e l’identità artigianale e creativa di Napoli.

Veveglass a Edit Napoli 2019
Vèvèglass e l’arte del vetro di Murano

Il concept di Edit Napoli

Ideato e curato da Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli – rispettivamente curatrice della sezione design del MAXXI e fondatrice della Galleria MIA di Roma – Edit Napoli ha un concept ben chiaro: promuovere e supportare piccole produzioni non industriali selezionate per mettere in contatto buyer e designer, produttori e artigiani.

Ho letto molti articoli su queste due donne che hanno deciso di scommettere sul design d’autore, mantenendo forte e vivo il legame con la città: “Napoli, lontana dalle rotte più conosciute della geografia del design, ma allo stesso tempo viva e contemporanea, internazionale e interculturale, è il posto giusto per insediare un progetto che guarda lontano nel tempo e nello spazio, che scommette nell’industria culturale e creativa“.

esposizione ant277 - edit napoli 2019
ANT277 home linen collection

Designer selezionati e una collezione Made in Edit

I designer sono stati selezionati in base a tre elementi: affordability, un prezzo congruo rispetto al lavoro svolto, editorialità, per dare spazio a chi non produce su scala industriale, riproducibilità, oggetti pensati per essere riprodotti all’infinito ma sempre in modo artigianale.

In programma anche una collezione Made in Edit, realizzata nei mesi scorsi dal designer libanese Khaled El Mays, dall’americano Reinaldo Sanguino e dal duo italiano Faberhama, in collaborazione con artigiani campani.

Sale del complesso di san domencio maggiore
Progetto Made in Edit
In fondo il progetto di Faberhama con De Nigri & Za.ma realizzato con le seterie di San Leucio, Caserta.

In primo piano, la collezione Scale di Khaled El Mays in collaborazione con gli artigiani dei Quartieri Spagnoli di Napoli.
Entrambi Made in Edit.
progetto made in Edit
Made in Edit anche le opere di Reinaldo Sanguino create a Minori, città della costiera amalfitana dalla lunga tradizione di ceramiche artigianali.

Una storia dietro ogni oggetto

Ho fatto una piacevole passeggiata nei corridoi di San Domenico Maggiore, residenza che ha ospitato in passato personaggi illustri come Tommaso D’Aquino e Giordano Bruno, fermandomi a chiacchierare con numerosi designer, tutti disponibili a raccontare le proprie creazioni.

Così ho scoperto i vasi di Andrea Anastasio per Ceramica Gatti con grosse corde di nylon che ricordano la fatica contadina, la bellezza della materia nella collezione Lapidea di Gaetano Di Gregorio, la ricerca dei piatti della tradizione di Emanuela Sala per Piatto Unico, le suggestioni esotiche che la designer olandese Sarah Anne Rootert trasforma in sorprendenti intarsi su tavolini lignei, l’attenzione per le materie prime della collezione in edizione limitata dello showroom napoletano Spazio Materiae con gli oggetti per la tavola di Sara Farina, le sculture mobili del collettivo The Ladies Room e il pannello tessile realizzato in esclusiva dall’architetto napoletano Giuseppe Di Costanzo.

Segni minimi Giuseppe Di Costanzo
NEA – Giuseppe Di Costanzo.
La trasposizione della memoria storica di Napoli espressa con segni dal carattere minimale e contemporaneo.
Segni minimi Giuseppe Di Costanzo
NEA in esclusiva per Materiae Edizioni Napoli, stampato su tessuto in lino.

Queste e tante altre storie che è stato possibile ascoltare con calma, in una fiera improntata al piacere del bello senza stress e location da rincorrere, proprio come era nelle intenzioni dell’organizzazione:

“Preservare la dimensione umana del tempo e dello spazio per facilitare la creazione di queste connessioni virtuose tra chi crea, chi produce e chi acquista”.

Fonte intervista
Bed 1967 Daniele della Porta
Progetto di Daniele Della Porta per B-beds 1967
social label edit napoli
Social Label propone collezioni realizzate da assistenti sociali e designer per offrire nuove opportunità alle persone svantaggiate.
Libreria Gae Avitabile, edit napoli 2019

Gae Avitabile – Tana Design
Libreria e libera interpretazione della sedia del portiere napoletano.
piattounico, editnapoli 2019
Piatto Unico, ceramiche artigianali in chiave decorativa con immagini raccolte da riviste e cataloghi del passato.

Gli eventi collaterali

Durante la fiera ci sono stati altri eventi interessanti: gli EDIT Talks, curati da Marco Petroni e ispirati ai rituali partenopei (O café e Design kitchen) e EDIT Table by Food Confidential, a cura di Nerina Di Nunzio, piattaforma che avvicina chef e imprenditori del mondo della ristorazione a designer, artigiani e aziende.

Una fiera che sicuramente riserverà tante sorprese anche per il 2020. Proprio prima di pubblicare il mio articolo, ho letto queste parole sul profilo Instagram di Edit Napoli: An american journalist wrote: could Napoli’s first design fair help turn Southern Italy into a design hub? We don’t know yet but we are doing our best.

Come molti altri appassionati ed esperti di design, me lo auguro davvero. So, let’s stay tuned!

Complesso di San Domencio Maggiore, Napoli
Il corner Pasticceria Scaturchio disegnato dall’architetto Giuliano Andrea dell’Uva.
Sedie Nododesign
Tags:
Leave a Comment